Non è solo incompetenza e dabbenaggine.
La grottesca odissea della statale 131 tra Nuraminis, Sanluri e Serrenti puzza anche di corruzione e affari dalla più che dubbia trasparenza.
È notizia di questi giorni, infatti, che il pm che ha aperto oltre un anno fa un’inchiesta sulle incredibili lungaggini dei lavori abbia chiesto, e cito testualmente, “di spulciare tra le carte degli appalti e verificare i vari passaggi negli affidamenti dei lavori tra la società vincitrice e quelle sub appaltatrici”.
Perché i lavori dal 2011 si sono praticamente bloccati?
E perché è avvenuto nonostante la società incaricata dei lavori fosse stata nel frattempo sostituita?
Domande poste a gran voce dai cittadini sardi, costretti ogni giorno senza alcun motivo apparente a incolonnarsi per ore su una strada non degna di questo nome in un paese che si ritiene civile.
E che sono – tardivamente – diventate anche le domande dei magistrati.
Ma quanti anni ancora dovremo aspettare prima che si inizi a intravedere qualche risposta?
Nel buco nero di cui Anas imperterrita nega l’esistenza sono spariti 1miliardo e 800mila euro tra fondi regionali ed europei!
Da Bruxelles proviamo da mesi a fare luce su quanto accade in Sardegna.
Per incompetenza o per dolo.
Già a dicembre avevo denunciato il paradosso della “miracolosa” apertura di 3 km di statale annunciati in pompa magna da Anas come una vittoria.
Contestualmente avevo presentato un’istanza alla Commissione europea affinché puntasse l’attenzione proprio sul sistema degli appalti e sulla gestione inefficiente dei fondi da parte di Anas.
Nel frattempo, i nostri cari politici locali dov’erano?
Come mai hanno chiuso gli occhi per così lungo tempo?
Da oggi forse accanto ai cittadini e a chi, come me, è nelle istituzioni per portarne la voce si è aggiunta anche la magistratura.
Certo non sarà semplice scardinare un sistema consolidato che per anni si è cercato di tenere all’oscuro, ma insieme possiamo farcela!
Giulia Moi
Non è solo incompetenza e dabbenaggine.
La grottesca odissea della statale 131 tra Nuraminis, Sanluri e Serrenti puzza anche di corruzione e affari dalla più che dubbia trasparenza.
È notizia di questi giorni, infatti, che il pm che ha aperto oltre un anno fa un’inchiesta sulle incredibili lungaggini dei lavori abbia chiesto, e cito testualmente, “di spulciare tra le carte degli appalti e verificare i vari passaggi negli affidamenti dei lavori tra la società vincitrice e quelle sub appaltatrici”.
Perché i lavori dal 2011 si sono praticamente bloccati?
E perché è avvenuto nonostante la società incaricata dei lavori fosse stata nel frattempo sostituita?
Domande poste a gran voce dai cittadini sardi, costretti ogni giorno senza alcun motivo apparente a incolonnarsi per ore su una strada non degna di questo nome in un paese che si ritiene civile.
E che sono – tardivamente – diventate anche le domande dei magistrati.
Ma quanti anni ancora dovremo aspettare prima che si inizi a intravedere qualche risposta?
Nel buco nero di cui Anas imperterrita nega l’esistenza sono spariti 1miliardo e 800mila euro tra fondi regionali ed europei!
Da Bruxelles proviamo da mesi a fare luce su quanto accade in Sardegna.
Per incompetenza o per dolo.
Già a dicembre avevo denunciato il paradosso della “miracolosa” apertura di 3 km di statale annunciati in pompa magna da Anas come una vittoria.
Contestualmente avevo presentato un’istanza alla Commissione europea affinché puntasse l’attenzione proprio sul sistema degli appalti e sulla gestione inefficiente dei fondi da parte di Anas.
Nel frattempo, i nostri cari politici locali dov’erano?
Come mai hanno chiuso gli occhi per così lungo tempo?
Da oggi forse accanto ai cittadini e a chi, come me, è nelle istituzioni per portarne la voce si è aggiunta anche la magistratura.
Certo non sarà semplice scardinare un sistema consolidato che per anni si è cercato di tenere all’oscuro, ma insieme possiamo farcela!
Giulia Moi