De Rosa (M5S) : “Altro che rinnovabili. Il governo vuole le sabbie bituminose”

Altro che rinnovabili.

Il governo vuole le sabbie bituminose (del Canada)Il governo Renzi e l’Ue, persi ormai nella loro smania di TTIP e di CETA (accordo commerciale bilaterale tra Ue e Canada), insistono con la loro politica fossile.

Una politica miope, sporca e condotta come al solito a spese dei cittadini e dell’ambiente.

E a favore di poche grandi corporation, ovviamente.

Il 21 gennaio il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, insieme al vice-ministro Claudio De Vincenti, hanno incontrato Ed Fast, ministro del Commercio internazionale del governo canadese.

Motivo dell’incontro?

Portare l’Italia a importare gas liquefatto e petrolio proveniente dai giacimenti di sabbie bituminose canadesi.

Il tutto con la benedizione di Bruxelles.

Come ci ricorda Qualenergia.

it, la Comissione europea, infatti, ha recentemente rinunciato all’etichettatura dei prodotti energetici, che in pratica chiude le porte a una possibile tassazione sulla carbon footprint di questi prodotti.

Se ci fosse, sarebbe facile applicare le imposte in maniera proporzionale al bilancio di CO2 (più inquini, più paghi).

Ma alla Commissione dei grandi affaristi del petrolio questo non importa di sicuro.

Inutile ricordare due cose: la prima, che anche grazie alla crisi economica che gli ultimi governi e l’Ue hanno contrinbuito a creare, i consumi di energia in Italia (e in Europa) sono calati di molto, quindi non si vede un valido motivo di questa voglia spingere su queste importazioni.

La seconda che le sabbie bituminose (meglio note come tar sands), sono fra tutti i modi di estrarre petrolio quello più impattante sia sull’ambiente che sulla salute – come i numerosi casi di cancro e malattie neonatali verificatisi in Canada stanno a dimostrare.

Sono stati infatti ben 21 i Premi Nobel, che l’anno scorso hanno firmato una lettera/appello per far sì che il petrolio proveniente da sabbie bituminose venga indicato per legge come ancora più inquinante di quello “normale”.

«E invece l’Ue cosa fa?

Esattamente il contrario!

Noi un’Europa così non la vogliamo, così come non vogliamo un governo venduto ai poteri forti dei combustibili fossili.

Senza contare che questo governo diffonde poi comunicati in cui si afferma di puntare, attraverso le importazioni di petrolio e gas canadesi, all’indipendanza energetica italiana!

», commenta Mirko Busto in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati”Il Ministro Guidi – scrive il Ministero in un comunicato – dopo aver ricordato l’accordo di collaborazione firmato con il collega canadese al G7 di Roma dello scorso maggio, ha auspicato una crescita dell’import italiano ed europeo di petrolio e gas liquefatto canadesi: forniture che rafforzerebbero il livello di indipendenza energetica dell’Italia e dell’Europa”.

Un ossimoro che – evidentemente – per loro ha un senso logico.

Per noi, no.

Massimo De Rosa
Portavoce M5S Camera

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Una politica miope, sporca e condotta come al solito a spese dei cittadini e dell’ambiente.

E a favore di poche grandi corporation, ovviamente.

Il 21 gennaio il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, insieme al vice-ministro Claudio De Vincenti, hanno incontrato Ed Fast, ministro del Commercio internazionale del governo canadese.

Motivo dell’incontro?

Portare l’Italia a importare gas liquefatto e petrolio proveniente dai giacimenti di sabbie bituminose canadesi.

Il tutto con la benedizione di Bruxelles.

Come ci ricorda Qualenergia.

it, la Comissione europea, infatti, ha recentemente rinunciato all’etichettatura dei prodotti energetici, che in pratica chiude le porte a una possibile tassazione sulla carbon footprint di questi prodotti.

Se ci fosse, sarebbe facile applicare le imposte in maniera proporzionale al bilancio di CO2 (più inquini, più paghi).

Ma alla Commissione dei grandi affaristi del petrolio questo non importa di sicuro.

Inutile ricordare due cose: la prima, che anche grazie alla crisi economica che gli ultimi governi e l’Ue hanno contrinbuito a creare, i consumi di energia in Italia (e in Europa) sono calati di molto, quindi non si vede un valido motivo di questa voglia spingere su queste importazioni.

La seconda che le sabbie bituminose (meglio note come tar sands), sono fra tutti i modi di estrarre petrolio quello più impattante sia sull’ambiente che sulla salute – come i numerosi casi di cancro e malattie neonatali verificatisi in Canada stanno a dimostrare.

Sono stati infatti ben 21 i Premi Nobel, che l’anno scorso hanno firmato una lettera/appello per far sì che il petrolio proveniente da sabbie bituminose venga indicato per legge come ancora più inquinante di quello “normale”.

«E invece l’Ue cosa fa?

Esattamente il contrario!

Noi un’Europa così non la vogliamo, così come non vogliamo un governo venduto ai poteri forti dei combustibili fossili.

Senza contare che questo governo diffonde poi comunicati in cui si afferma di puntare, attraverso le importazioni di petrolio e gas canadesi, all’indipendanza energetica italiana!

», commenta Mirko Busto in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati”Il Ministro Guidi – scrive il Ministero in un comunicato – dopo aver ricordato l’accordo di collaborazione firmato con il collega canadese al G7 di Roma dello scorso maggio, ha auspicato una crescita dell’import italiano ed europeo di petrolio e gas liquefatto canadesi: forniture che rafforzerebbero il livello di indipendenza energetica dell’Italia e dell’Europa”.

Un ossimoro che – evidentemente – per loro ha un senso logico.

Per noi, no.

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